Il contatto “pelle a pelle” Marsupioterapia: una speranza di vita per i neonati prematuri africani.

Sono Angela Sosa Gonzalez, l’infermeria colombiana che da sei anni fa la volontaria per un mese o due nell’ospedale dei Fatebenefratelli “St. Jean de Dieu” di Tanguiéta (Benin) nel reparto della neonatologia. Sono riuscita a svolgere il programma di marsupioterapia per diminuire la mortalità infantile. Ho sofferto molto quando ho visto la realtà della neonatologia dove c’erano soltanto due incubatrici per 27 posti letto e dove un gran numero di bambini erano prematuri del peso da 1000 gr a 1600 gr e morivano di ipotermia e di mancanza di assistenza dei prematuri.

Oggi mi sento orgogliosa e soddisfatta del lavoro fatto perché ha contribuito a diminuire la mortalità infantile nell’Ospedale di Tanguiéta (Benin), con tutte le misure precauzionali: come la formazione del personale; le condizioni igieniche del reparto; delle mamme e la sala di attesa delle mamme, dove esse stazionano perchè devono allattare ogni due ore il proprio bambino; della collaborazione del personale dell’ospedale.

Tutto questo è stato reso possibile grazie alla collaborazione di persone ed onlus di varie parti d’Italia e in particolare di Brescia: prima di tutto l’UTAONLUS, poi la Fondazione MUSEKE di Brescia e la Fondazione CHIESI di Parma con un progetto specifico per le Neonatologie.

Adesso è in corso un programma di sensibilizzazione delle persone che si recano all’ospedale per mezzo della televisione e alcuni video, come pure del personale dell’ospedale. Se si vuole cambiare l’Africa dobbiamo trasmettere piano piano le conoscenze di ogni professione. Non è cosa facile, ma le misure igieniche nella sanità si devono insegnare perchè contribuiscono a diminuire le complicanze della salute delle persone malate e del personale sanitario.

Si deve sapere che la Marsupioterapia , o Kangaroo Mother Care (KMC), come tecnica è stata creata nel 1970 in Colombia dal neonatologo Edgar Rey Sanabria, , nella citta di Bogotá. Oggi essa è chiamata la incubatrice naturale, il contatto “pelle a pelle” è indicato per i neonati  prematuri,
Studi appositi hanno dimostrato che il prematuro con la marsupioterapia si sviluppa  in buone condizioni fisiche e psicologiche.

Per sviluppare il programma di marsupioterapia a Tanguiéta ho contattato in Colombia alcune persone competenti e così ho inviato un medico e una infermiera per la formazione in canguroterapia all’ospedale del Mali “mamako” dove il programma era già operativo e per fare questo ho dovuto sostenere la spesa di 3000 euro per due settimane di formazione. Queste persone poi sono andate a formare il personale dell’ospedale di Tanguiéta. Non è stato facile perché è una tecnica che abbisogna di personale motivato alla educazione delle mamme e della famiglia e a Tanguiéta è difficile trovarne perché la maggioranza delle mamme non parlano francese (ci sono 18 dialetti). Allora ho intrapreso l’educazione delle mamme e delle famiglie per mezzo di disegni e di videos che ha fatto mio nipote colombiano con disegno grafico professionale.

Il programma di insegnamento della marsupioterapia ha ottenuto buoni risultati: nel 2017 ci sono stati 82 prematuri nella marsupioterapia che hanno migliorato le loro condizioni di salute nella neonatologia. Di questi ne sono morti soltanto due. Mi sono impegnata ripetutamente in diversi anni nella neonatologia di Tanguiéta perché ho sempre detto che volevo che questa neonatologia fosse di esempio per altre neonatologia dell’Africa.

Non è facile lavorare in Africa dove solo chi ha soldi può farsi curare. Sono rimasta sorpresa quando ho visto che i Fatebenefratelli, con tutte le difficoltà economiche che hanno, riescono ad accogliere tutti, mamme e neonati, al momento del ricovero e chiedono il pagamento della assistenza della salute solo al termine del ricovero. Sono tanti i casi di mamme e bambini che vanno a casa senza pagare, perché questa gente è tanto povera che non ha i soldi per pagare la piccola quota che dovrebbe pagare per un solo giorno di ricovero.

Mi chiedo: come si può fare l’infermiera quando si ha l’attrezzatura e il materiale per salvare una vita, ma la persona ammalata deve complicarsi la vita fino a morire perchè non ha i soldi per pagare il suo ricovero?

Ogni volta che vado Africa mi sembra di stare in un altro mondo, le condizioni in cui vivono le persone dei villaggi mi sembrano l’inferno. Ho detto sempre che esiste il giorno e la notte, uno svegliarsi, un vedere lo stesso paesaggio, mangiare per tutta la vita tre o quattro alimenti, essere criticati per fare figli; donne e bambini che lavorano sempre, cercando l’acqua e portandola sulla testa nei bidoni; camminare lunghe giornate in strade sterrate, senza luce, per vendere nel mercato qualcosa per sopravvivere; la maggioranza delle persone è analfabeta e non riesce a soddisfare neanche i bisogni primari della vita. Noi che abbiamo tutto, ringraziamo almeno Dio per tutto ciò che abbiamo.

Nutro la speranza che come esseri umani non ci lasciamo contagiare dall’indifferenza di fronte ai bisogni delle persone che abitano di fianco a noi. Ci sono tante persone nel bisogno anche qui da noi. Non occorre andare lontano per aiutare agli altri.

Ogni  volta che viene una madre con i suoi bambini al controllo medico, tenendo conto delle difficoltà che hanno per il trasporto e le condizioni di vita in una capanna dove è difficile mantenere un minimo di igiene; vedere una mamma riportare un bambino prematuro al controllo con aumento di peso e senza malattie in corso, questo è il miglior regalo che si può desiderare, perché vuol dire che la mamma riesce a fare bene l’assistenza del prematuro, evitando tutti i pericoli della salute del suo piccino.

Aiutaci a contribuire a diminuire la mortalità infantile in Benin-Africa.

PER INFORMAZIONI
Fra Luca Beato – Tel +39 347 91 97 868
uta96@fatebenefratelli.it

Angela Sosa
angie6011@yahoo.es

Grazie!